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venerdì 27 luglio 2012

Language Landscape β

Language Landscape β è un sito web sviluppato da un gruppo di studenti del SOAS per mappare i luoghi in cui le lingue vengono parlate. Tra i suoi molti scopi, c'è quello di essere uno strumento "for the promotion and celebration of linguistic diversity".

giovedì 26 luglio 2012

Polyglossic Friday's featured language: Italian

Ecco il post di Polyglossic sull'Italiano, a seguito dell'intervista fatta a me dall'autrice.

Quello che il bilinguismo NON è, di François Grosjean

Di seguito, la traduzione in italiano dell'articolo di François Grosjean apparso qui.

Quello che il bilinguismo NON è
Prof. François Grosjean

Ho avuto la fortuna di vivere e lavorare per lunghi periodi di tempo in almeno tre paesi,
Stati Uniti, Svizzera e Francia, e questo, da studioso del bilinguismo, mi ha permesso di
imparare molto sull'argomento. Ho scoperto che la gente in questi paesi condivide molti
fraintendimenti sul bilinguismo e i bilingui, ma anche che, a seconda del paese di
provenienza, gli atteggiamenti possono essere molto diversi.

Uno dei fraintendimenti condivisi è che il bilinguismo sia un fenomeno raro. In realtà, è
stato stimato che più della metà della popolazione mondiale sia bilingue, ovvero usi due o
più lingue nella vita quotidiana. Il bilinguismo si trova in tutte le parti del mondo, in tutti gli
strati della società, e in tutte le fasce di età. Un altro fraintendimento comune è che i
bilingui abbiano una conoscenza identica delle due lingue. In realtà, i bilingui conoscono le
lingue al livello di cui hanno bisogno e per molti di loro una è dominante.

Un altro mito è che i veri bilingui non abbiano un accento nelle due lingue che parlano e
che siano dei traduttori eccellenti. Questo è molto lontano dalla realtà. Avere o non avere
un accento non rende una persona più o meno bilingue, ed i bilingui spesso hanno
difficoltà a tradurre dei linguaggi specializzati.

C'è poi il fraintendimento che tutti i bilingui siano biculturali (non lo sono) e che abbiano
una doppia personalità (da bilingue, vi posso dire con sollievo che non è così).
Per quanto riguarda i bambini, sono molte le preoccupazioni e i fraintendimenti diffusi. Il
primo è che il bilinguismo possa ritardare l'apprendimento del linguaggio nei bambini
piccoli. Questo era un mito molto comune nella prima metà del secolo scorso, ma non
esiste una prova scientifica di questo effetto. Il loro ritmo di apprendimento del linguaggio
è lo stesso di quello della loro controparte monolingue.

C'è anche la paura che i bambini cresciuti bilingui mescoleranno sempre le due lingue. In
realtà, si adattano alla situazione in cui si trovano. Quando interagiscono in situazioni
monolingui (per esempio con la nonna che non parla l'altra lingua), allora risponderanno in
modo monolingue; se invece si trovano con altri bilingui, allora potranno mischiare i due
codici. Infine, c'è la preoccupazione che il bilinguismo possa interferire negativamente con
lo sviluppo cognitivo dei bambini bilingui. Le ricerche recenti sembrano dimostrare il
contrario: i bambini bilingui hanno un rendimento migliore dei bambini monolingui in certi
compiti cognitivi.

A parte questi fraintendimenti comuni, esistono degli atteggiamenti specifici di certi paesi e
certe zone del mondo. In Europa, per esempio, il bilinguismo viene considerato
favorevolmente, ma le persone hanno degli standard molto alti rispetto ai quali
considerano una persona bilingue. Per loro, un bilingue per essere tale deve avere una
conoscenza perfetta di entrambe le lingue, nessun accento, ed anche, in alcuni paesi,
essere cresciuti parlando due o più lingue. A questi livelli pochissime persone si
considerano bilingui, anche se, per esempio in Svizzera, la maggioranza degli abitanti
conoscono ed usano due o più lingue nella loro vita quotidiana.

Che dire degli Stati Uniti? Einar Haugen, un pioniere degli studi sul bilinguismo, ha
affermato che gli Stati Uniti forse sono stati la patria di più parlanti bilingui di ogni altro
paese al mondo. Qui il bilinguismo ha molte facce diverse, e unisce l'inglese con le lingue
dei nativi americani, le antiche lingue coloniali, quelle dell'immirazione recente, e così via.
Detto questo, non si tratta di un bilinguismo di grandi proporzioni. Attualmente, solo il 17%
della popolazione è bilingue, una proporzione piuttosto bassa rispetto a quella di molti altri
paesi del mondo. Questo non è dovuto al fatto che i nuovi immigrati non imparano
l'inglese. Il motivo, piuttosto, sta nel fatto che il bilinguismo in questo paese è breve e di
transizione. Per generazioni e generazioni di Americani, il bilinguismo ha coperto un breve
periodo di tempo, una o due generazioni, tra una situazione di monolinguismo in una
lingua minoritaria e il monolinguismo in inglese.

La tolleranza che l'America ha dimostrato in genere per le lingue minoritarie nei secoli ha
favorito l'integrazione linguistica dei suoi parlanti. Come scrive il sociologo Nathan Glazer,
le lingue delle minoranze “sono avvizzite all'aria della libertà, mentre erano fiorite sotto le
avversità in Europa”.

Quando il candidato alla presidenza Barak Obama affermò che i bambini dovrebbero
parlare più di una lingua, probabilmente si stava riferendo al paradosso di questo paese:
da una parte, le lingue del mondo portate negli Stati Uniti non vengono mantenute e
deperiscono, e dall'altra sono pochissime quelle che vengono insegnate nelle scuole, a
troppo pochi studenti, e per troppo poco tempo. Una risorsa nazionale - la conoscenza
delle lingue del mondo da parte del paese - viene messa da parte e non viene mantenuta.

È importante smettere di considerare il bilinguismo sinonimo di non sapere l'inglese ed
essere non-Americani. Il bilinguismo significa conoscere ed usare almeno due o più
lingue, una delle quali è l'inglese negli Stati Uniti. Il bilinguismo consente di comunicare
con persone diverse e di conseguenza scoprire culture diverse, offrendo al contempo una
nuova prospettiva sul mondo. Il bilinguismo aumenta le possibilità di ottenere un lavoro, e
rappresenta un vantaggio nel commercio. Consente inoltre di agire come intermediari fra
persone che non condividono le stesse lingue.

Il bilinguismo rappresenta un arricchimento personale e un passaporto verso altre culture.
Come minimo, per tornare al commento di Barak Obama, di sicuro consente di dire
qualcosa di più di "merci beaucoup". Non ci si può pentire di conoscere altre lingue, ma di
sicuro ci si può pentire di non conoscere abbastanza.

mercoledì 4 luglio 2012

A language that is transforming a town


"The small New South Wales town of Parkes is famous for their annual Elvis Festival and for their role in helping to beam astronauts onto the moon (as seen in 'The Dish'). But there’s something else that’s very special about this place."